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newton n.8
nome newton n.8
descrizione rivista mensile di scienza
anno 2001
articolo
su con la schiena!
argomento
indagine sulle cause più comuni dei dolori alla schiena con intervista esclusiva a Ottorino Piccinato
editore
rcs
autore patrizia giongo e giuseppina quartarone
su con la schiena!
newton pubblica un'indagine sulle cause più comuni dei dolori alla schiena con intervista esclusiva a Ottorino Piccinato

copertina e pagine interne
testo
su con la schiena!

contratture muscolari, gastrite, costituzione: il mal di schiena ha tante cause. ma si può prevenire in molti modi. anche con sedie da lavoro "dinamiche" e nuovi materiali

e nei casi estremi interviene l'alta tecnologia

comincia con una fitta sgradevole che toglie il fiato

poi si consolida in un dolore persistente, una specie di morsa che impedisce i movimenti sciolti

interessa soprattutto la zona lombare, ma può colpire anche quella dorsale oppure cervicale

e non fa eccessive distinzioni di età, tanto che è in aumento il numero di giovani che soffre di rachialgia, il nome scientifico di quel disturbo diffuso che è mal di schiena

nel 1996 un'indagine dell'unione europea su circa 15mila lavoratori dei diversi paesi ha rilevato che questa patologia è al primo posto in assoluto fra quelle definite "non mortali": se ne lamenta il 30 per cento degli intervistati

ma non basta

in media, una persona si assenta per malattia circa quattro giorni all'anno, però se l'occupazione prevede posture non corrette (in piedi o seduti) o attività fisicamente pesanti, i giorni di assenza superano gli otto

altre cifre ancora ribadiscono la dimensione del fenomeno: ogni anno ricorrono all'intervento del medico 15mila italiani; 20 milioni negli stati uniti (dove le indagini sono statisticamente più accurate), con un maggiore coinvolgimento degli uomini tra i 30 e i 50 anni

il dolore alla schiena, dunque: un campanello d'allarme, un sintomo legato a doppio filo alla colonna vertebrale, questo efficiente sostegno del corpo formato da ossa che circondano e proteggono il midollo spinale

qui si trovano i fasci nervosi che hanno il compito di trasmettere, tra l'altro, il segnale che qualcosa non funziona correttamente per colpa, per esempio, di una scoliosi (deviazione del rachide), dell'osteoporosi (perdita di minerali dell'osso)

o di una postura scorretta

un circolo vizioso

"il classico dolore alla schiena non riguarda le ossa, ma ha prevalentemente origine da una tensione muscolare", spiega roberto clerici, fisiatra e riabilitatore

"uno sforzo eccessivo e improvviso sul dorso, come avviene quando si solleva un peso in maniera maldestra, una posizione sbagliata assunta per parecchie ore al giorno stando seduti di fronte a un computer o in macchina, ne sono la causa primaria

se, poi, in precedenza c'è stato un trauma, la schiena diventa una zona di minore resistenza, che verrà colpita più precocemente dall'artrosi, cioè dal deterioramento delle articolazioni"

i punti critici? partendo dall'alto, il collo, il dorso e la zona lombare

lavorando al computer, per esempio, si mettono sotto pressione prima di tutto le vertebre cervicali e i muscoli del collo, se la posizione del pc è troppo alta o troppo bassa o spostata di lato, e i muscoli del nervo ottico

"ma non dimentichiamo", avverte clerici, "che tutto parte dal cervello: l'attenzione, la concentrazione senza soste provocano tensione muscolare e con il tempo sofferenza, che scende piano piano e arriva fino al dorso

il dolore tra le vertebre dorsali o tra le scapole può anche avere lì la sua origine oppure, molto spesso, segnala la proiezione di una compressione dei muscoli e dei nervi intercostali scatenata da una posizione ingobbita

in sostanza, la causa si trova davanti, però l'effetto si registra sulla schiena, di solito su un solo lato"

ma è nella sua ultima porzione, lombare e sacrale, che la colonna vertebrale subisce gli attacchi più duri in quanto è destinata a reggere tutto il peso del corpo

ed ecco che un atteggiamento costantemente scorretto o uno sforzo eccessivo e improvviso provocano un'infiammazione nella zona interessata; l'infiammazione determina una contrattura muscolare che provoca dolore; questo a sua volta aumenta la contrattura, che peggiora la sofferenza: un circolo vizioso che partito dalla zona lombare si può irradiare all'inguine fino alle gambe

a questo punto fa male stare seduti, fa male stare in piedi, ogni movimento, anche il più normale come salire un gradino o allacciarsi le scarpe, diventa una fatica improba

l'importante è tenersi in curva

"diversi studi hanno chiarito che esiste una certa predisposizione costituzionale ai disturbi del tratto lombare e alla formazione di ernie, cioè alla fuoriuscita del disco intervertebrale", spiega clerici

"tanto che anche chi segue uno stile di vita corretto e fa regolarmente esercizio fisico può un giorno presentare questi problemi

inoltre si è calcolato che se si è seduti con il corpo insaccato, cioè se "l'angolo di taglio" tra l'osso sacro e la quinta vertebra lombare si stringe, il carico sul quinto disco può aumentare del 65-75 per cento

il problema è ancora più accentuato per chi è in sovrappeso

ma attenzione, anche chi è troppo magro è "predestinato": non ha grasso ma neppure muscolatura, quindi è privo di quel corsetto naturale che sostiene la colonna vertebrale (e infatti, nelle crisi acute si prescrive l'aiuto di un corsetto semirigido)

se, in aggiunta, una persona conduce una vita sedentaria e non fa attività fisica di rinforzo della muscolatura specifica, il rachide si infossa sempre di più"

il processo è inevitabile: le vertebre si abbassano progressivamente e schiacciano il disco, provocando dolore per la compressione delle terminazioni nervose; con il tempo il disco, non avendo più spazio, comincia a sporgere tra le vertebre creando una protrusione, che può trasformarsi in ernia

"l'essere umano è fatto per la posizione eretta", spiega giuseppe plebani, fisioterapista e consulente scientifico dell'azienda norvegese stokke

"per questo motivo quando stiamo seduti dobbiamo cercare di mantenere inalterate le curve fisiologiche che sono alla base del nostro equilibrio e frutto di migliaia di anni di evoluzione, fondamentali perché si possa camminare, correre, sollevare pesi; in una parola, vivere

la curva", continua plebani, "risponde a un principio biomeccanico, serve cioè a sostenere un peso

il corpo umano ne possiede quattro principali, quelle del dorso e del sacro (dette cifotiche) e quelle lombari e cervicali (lordotiche), che nel loro insieme hanno una capacità di resistenza eccezionale

se noi annulliamo le curve, tutte le forze che si scaricano sui dischi vertebrali alterano la nostra struttura, legamenti e muscoli vengono stirati e si soffre

un esempio per capire meglio: un animale forte come il gorilla è privo della lordosi lombare, per questo non può sollevare un peso superiore alla metà del suo peso corporeo"

seduti, ma in movimento mettere le nostre schiene al sicuro non dipende soltanto dallo stile di vita e dalle cure mediche, ma anche, e soprattutto, dall'ambiente in cui viviamo

tutti gli oggetti che ci circondano possono direttamente o indirettamente contribuire all'insorgenza e all'aggravarsi dei disturbi della colonna vertebrale

sedie, tavoli, "comodi" divani in cui sprofondare durante il tempo libero per guardare la televisione o leggere un libro, per non parlare dei sedili delle automobili, delle scrivanie, dei banchi delle aule scolastiche o universitarie: l'elenco dei nemici della schiena è lunghissimo

eppure da oltre trent'anni esiste una disciplina, l'ergonomia, che studia le condizioni e l'ambiente di lavoro per adattarli alle esigenze psico-fisiche delle persone e migliorare l'efficienza produttiva

non siamo ancora arrivati a prodotti "perfetti" accessibili a tutti, perché attualmente i prezzi in rapporto alla qualità sono alti

del resto in italia sta nascendo solo ora la consapevolezza che un ambiente di lavoro accogliente e attento alle esigenze dei singoli rappresenta un vantaggio economico per le aziende (siamo l'unico paese in europa che non riconosce come malattie professionali le patologie legate agli arti superiori)

ma quando capita di trovare una sedia dalla quale ci si può alzare dopo un paio d'ore senza sentirsi irrigiditi e indolenziti o una poltrona in cui godersi un film senza agitarsi in continuazione per trovare la posizione migliore, ebbene questo lo dobbiamo ai progettisti, che rappresentano una tappa fondamentalenella produzione di un oggetto

spiega Ottorino Piccinato, designer e responsabile didattico della scuola italiana di design di Padova: "due settori hanno favorito nel tempo lo sviluppo dell'ergonomia; le guerre, purtoppo, dove è necessario progettare arnesi che i soldati possano utilizzare con un tempo di reazione minimo; e sport come la formula uno, che hanno suggerito soluzioni sfruttate poi per le auto "normali"; in ogni caso bisogna pensare a cosa succede nell'interazione tra uomo e oggetto"

nelle varie fasi di progettazione di una sedia, per esempio, i contributi teorici sono rilevanti: includono non soltanto la conoscenza dell'antropometria, cioè della misura del corpo umano e delle sue parti, ma anche della storia dell'oggetto e dell'uso cui è destinato

"durante questa fase", continua Piccinato, "bisogna chiedersi chi e per quanto tempo utilizzerà per esempio una sedia; ma anche dove: cioè in cucina, in sala da pranzo, in ufficio o al cinema"

il "peso" di quei 30 centimetri un altro problema che si pone in fase di progettazione è, indubbiamente, quello del confort

"il supporto lombare è la parte più importante di una sedia e si trova a circa 30 cm dal sedile: si tratta di un arco che serve a far piegare la schiena seguendo le curve fisiologiche della colonna vertebrale

ma anche il reggi testa, il reggi spalle sono parti indispensabili, soprattutto quando non sono fisse ed esiste una possibilità di regolazione: non tutti abbiamo la stessa costituzione e le parti mobili assicurano una maggiore adattabilità"

e la poltrona ideale? "è quella dotata di un motorino elettrico che consente di cambiare posizione nell'arco di mezz'ora consentendo un continuo movimento di tutti i muscoli", assicura Piccinato

"certo, i meccanismi sono costosi, ecco perché si sta cercando di ottenere la stessa possibilità di movimento con nuovi materiali (fibroresine e policarbonati) più elastici, flessibili e resistenti in grado di reagire in maniera diversa a seconda della pressione fornita dal corpo"

in automobile, però, le cose cambiano

di solito il sedile è concepito in modo da essere modellato a misura dell'utente, creando una maggiore o minore pressione sulla zona lombare

"però occorre tenere in considerazione non soltanto il rapporto tra guidatore e sedile", continua Piccinato, "ma soprattutto quello tra guidatore, sedile e tutto il resto dell'abitacolo, a partire dagli oggetti più vicini come i pedali e il volante

i costruttori si stanno orientando verso la progettazione di vetture dotate di pulsanti che tengono in memoria le regolazioni del sedile: ciò consentirà di avere a disposizione un certo numero di posizioni prefissate nel rispetto del rapporto tra guidatore e specchietto, cintura, radio, cioè tutto quello che viene utilizzato più di frequente quando si è al volante"

come proteggersi la schiena, allora? Piccinato consiglia la "prova su sedia": i rivenditori dovrebbero dare in prova per due, tre giorni la sedia o il divano prima dell'acquisto definitivo

patrizia giongo e giuseppina quartarone

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