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            aerodinamica & design 5/8 | 
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                | nome | 
                  | 
                aerodinamica 
                  & design  | 
               
              
                  | 
                 
              
                | descrizione | 
                 | 
                articolo 
                  sui rapporti tra l'aerodinamica e il design  | 
               
              
                  | 
                 
              
                | autori | 
                 | 
                Ottorino 
                  Piccinato, ing.enrico 
                  benzing 
                  | 
               
              
                  | 
                 
              
                | contributi | 
                 | 
                annina motta, antonella ponti,  arianna carrozzo, chiara tiego, clarissa steiner, Dario Colombo, debby viganò, elisabetta furnò, jessica alberti, Maria Fumagalli, Michele De Angelis, pietro bassani, russel davidson  | 
               
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            per 
              dieci anni avviene un grosso sviluppo dello studio aerodinamico 
              delle vetture da competizione, con ali che cambiano configurazione 
              in funzione dei regolamenti (cambiati per diminuire gli incidenti 
              e e le velocità in curva) e degli sviluppi all'interno 
              delle gallerie del vento  
               
              una parentesi nello sviluppo 
              delle ali per le vetture fu questa vettura, che non aveva 
              ali, ma altre soluzioni aerodinamiche,
              intuendo che l'aderenza 
              in curva poteva essere aumentata utilizzando pressioni e depressioni 
               
              venne sviluppata una nuova idea per mantenere il veicolo attaccato 
              al suolo: l'idea consisteva nel creare il vuoto, o perlomeno 
              qualcosa di molto simile, al di sotto della vettura, aspirando 
              l'aria con due grosse ventole  
               
              il sistema era sigillato al 
              suolo tramite paratie in gomma, antesignane delle minigonne 
              di chapman 
               
              così come avviene per un normale aspirapolvere
              
              è curioso pensare che una soluzione apparentemente così 
              ovvia, se non addirittura banale, per un aspirapolvere casalingo, 
              potesse modificare in modo così radicale le prestazioni 
              di un mezzo che, quanto a tecnologia, è senz'altro 
              più sofisticato di un elettrodomestico  
               
              la vettura 
              venne però contestata dai concorrenti, perché, 
              oltre all'aria, aspirava e lanciava pulviscolo e sassi, tanto 
              che fu battezzata sputasassi  
               
              il sistema di ventola aspirante 
              fu ripreso dalla brabham molti anni più tardi | 
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                | la chaparral del 1969 rinunciò alle ali, optando per 
                  due grosse ventole aspiranti che creavano il vuoto sotto la 
                  vettura | 
               
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            i 
              gravi incidenti di Barcellona (gp
              di spagna 1969) sollecitò 
              il primo intervento della federazione internazionale: drastica 
              negazione delle ali decisa dalla c.s.i.
              (commissione sportiva 
              internazionale, successivamente f.i.s.a.
              e f.i.a.) tre giorni 
              prima del successivo gp
              di monaco e regolamentazione dettagliata, 
              un mese più tardi (gp
              d'olanda), con una larghezza 
              o apertura alare di 110 cm (150 cm per l'applicazione anteriore), 
              con un'altezza massima di 80 cm e con un angolo di incidenza 
              fisso  
               
              entro questi limiti, tutto ha potuto progredire più 
              razionalmente, mentre la progettazione poteva guadagnare terreno 
              con i parametri rimasti liberi e soprattutto con la scelta 
              dei punti di applicazione dei dispositivi lungo l'asse longitudinale 
              della vettura, tanto da richiamare l'obbligo (1974) anche 
              per uno sbalzo di un metro dall'asse posteriore, ridotto a 
              80 cm (90 cm per l'altezza da terra e 120 cm per lo sbalzo 
              anteriore) nel 1976
              esattamente un anno prima che iniziasse 
              un nuovo capitolo e che la monoposto alata si trasformasse 
              in auto ad ala, cioè in "wing-car", con lo 
              sfruttamento dell'effetto suolo  
               
              un capitolo, questo, aerodinamicamente 
              avvincente, ma discusso (ndr enrico benzing, co-autore di questo articolo, a quell'epoca membro 
              della 
              commissione tecnica internazionale, l'ha avversato tenacemente), 
              per le ricorrenti aberrazioni, con i sigilli a terra delle 
              cosiddette "minigonne", con i circa 3 g (accelerazione 
              di gravità) dell'accelerazione trasversale e con un 
              pilotaggio non più a misura d'uomo | 
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                | la lotus 78 disegnata da colin chapman fu la prima vettura 
                  ad effetto suolo: oltre alle ali consuete vennero introdotte 
                  ali laterali sigillate al suolo da "minigonne" scorrevoli | 
               
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            è nel 
              1977 che colin chapman presenta al mondo automobilistico la 
              sua intuizione  
               
              se è vero che creando una depressione 
              sotto la vettura si ottiene maggior aderenza in curva, allora 
              non resta che progettare le pance laterali a forma di ala 
              (ovviamente deportante, col bordo di uscita rivolto verso 
              l'alto) in modo che tutta la vettura funzioni come un'ala  
               
              in questo modo le classiche ali sporgenti (spoiler anteriori 
              e alettone posteriore) possono essere mantenuti con un angolo 
              di incidenza inferiore, tale da permettere maggior velocità 
              in rettilineo  
               
              è nata l'era delle wing-car  
               
              questa configurazione 
              rimase vincente fino a che la f.i.a.
              (organo che gestisce 
              le gare automobilistiche) vietò le wing-car con minigonne, 
              a causa di alcuni incidenti, anche mortali, causati dal malfunzionamento 
              delle stesse minigonne  
               
              infatti, l'effetto suolo è 
              valido fino a che le minigonne riescono a sigillare la vettura 
              al suolo  
               
              non appena, per un'asperità del terreno o 
              per un bloccaggio dei meccanismi, si ha un ingresso di aria 
              esterna all'interno del tunnel sotto le pance, non si ha più 
              il vuoto
              e ciò avviene di colpo, senza che il pilota 
              abbia il tempo di decelerare, con la conseguenza uscita di 
              strada del mezzo  
               
              senza minigonna si possono comunque disegnare 
              vetture che utilizzano le depressioni per aumentare l'aderenza, 
              anche se l'effetto non è lo stesso  
               
              le formula uno 
              di oggi utilizzano sistemi simili, anche se la f.i.a
              limita 
              giustamente la creatività degli ingegneri per ridurre 
              le velocità in curva | 
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                | la sezione ad ala delle fiancate di questa lotus 78 è 
                  evidenziata dal tratto in colore rosso  | 
                 
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            l'introduzione 
              del fondo piatto (1983) e altri ritocchi di ordine dimensionale 
              (sbalzo posteriore di 60 cm, apertura alare e altezza da terra 
              di 1 m) hanno riequilibrato il campo della ricerca, fino al 
              successivo giro di vite del 1991, con sbalzo posteriore di 
              50 cm e con apertura alare anteriore di 1.4 m  
               
              un'autovettura 
              deportante, nei giusti limiti, è anche una macchina 
              sicura; questo rimane, al di là delle prestazioni, 
              il maggior contenuto di un progresso che ci induce a classificare 
              in due grandi categorie l'auto da corsa di antica e di moderna 
              concezione, in base alla presenza dei profili alari  
               
              e questa 
              è la ragione che spinge a studiare e a perfezionare 
              l'ala, come corpo aerodinamico ideale, in una applicazione 
              che, per numero di reynolds e per altre caratteristiche d'utilizzo, 
              si scosta un po' dalla pratica aeronautica e dalle sue ammirevoli 
              conquiste scientifiche  
               
              nelle proiezioni verso il futuro, 
              si riconoscono all'aerodinamica ruoli predominanti, in ogni 
              ordine di costruzioni automobilistiche; le stesse distorsioni 
              conosciute in determinati momenti di evoluzione vengono riconsiderate 
              e altre risorse potranno presentarsi, in un campo che non 
              ha ancora finito di sorprenderci
              e sempre sui principi e 
              sulle teorie di un profilo alare, che merita di essere ben 
              conosciuto e studiato | 
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            ciò 
              avviene perché i circuiti non riescono a tenere il 
              passo dei mezzi che vi corrono: ecco che assistiamo alla scomparsa 
              delle minigonne, dei motori turbo e alla comparsa del fondo 
              piatto, che limita la depressione inferiore  
               
              nel frattempo 
              nascono nuove conformazioni di alettoni, i musi alti (per 
              convogliare l'aria in basso) e lo studio di tanti piccoli 
              particolari aerodinamici (baffi, baffetti, paratie)
              tanto 
              che, oggi, ogni gran premio richiede una configurazione differente
              
              in base alla conformazione dei circuiti e le ali si moltiplicano 
              per aumentare l'aderenza in curva, a scapito della velocità 
              di punta | 
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                | alcune ali e doppie ali erano davvero bizzarre ma efficaci | 
               
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